Convegno “L'integrazione porto-ferrovia come leva per la competitività dei porti. Il caso Trieste”. Infrastrutture ferroviarie chiave per lo sviluppo dei traffici nello scalo giuliano: investimenti per 280 milioni di euro
Trieste, 11 dicembre 2024 - Si è svolta oggi la conferenza intitolata “L'integrazione porto-ferrovia come leva per la competitività dei porti. Il caso di Trieste”, organizzata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale nell’ambito dei progetti europei TriesteRailPort e RTALF.
Obiettivo della giornata di lavori a cui hanno partecipato vari ospiti tra cui Anne Jensen, Coordinatrice europea per il corridoio Baltico-Adriatico, Cristina Amirante, Assessore alle Infrastrutture della Regione FVG, oltre a rappresentati della Banca Europea degli Investimenti, Ministero dei Trasporti, RFI, è stato fare il punto sullo stato dell’arte degli investimenti ferroviari dello scalo giuliano.
Il porto di Trieste ha un hinterland internazionale grazie alle numerose connessioni intermodali: più di 200 sono i treni che ogni settimana collegano Trieste con le aree manifatturiere e industriali dell’Europa. La rete portuale, integrata con la rete nazionale e internazionale, permette a tutte le banchine di essere servite da binari con possibilità di smistamento e/o composizione dei treni direttamente nei vari terminal.
L’Autorità di Sistema Portuale ha lavorato negli ultimi anni per potenziare le infrastrutture ferroviarie dei due scali di Trieste e Monfalcone grazie a fondi nazionali e ai fondi europei del Programma Connecting Europe Facility, con cui sono stati cofinanziati i lavori alla stazione di Campo Marzio e la progettazione della nuova stazione di Servola: interventi per i quali sono stati mobilitati complessivamente più 280 milioni di euro.
E proprio il bando dei lavori di Servola, pubblicato recentemente da Invitalia, ha visto un ruolo importante della Banca Europea degli Investimenti, che ha anche finanziato i lavori di riattivazione del raccordo ferroviario tra la stazione di Aquilinia e l’area di FREEeste, fondamentale anche in vista dell’insediamento di Innoway Trieste, che produrrà vagoni ferroviari nell’ex stabilimento di Wartsila.
Per quanto riguarda invece gli investimenti totali nel settore dei progetti europei, sono attualmente tredici i progetti cui partecipa il porto di Trieste, con un budget globale di circa 53 milioni di euro, di cui due relativi alla decarbonizzazione, sette alla digitalizzazione, tre alla costruzione di nuove infrastrutture e uno alla cultura portuale.
Per il commissario straordinario dell’Authority Vittorio Torbianelli, che ha chiuso la mattinata di lavori: “Trieste, anche grazie alla capacità di unire fondi europei, si conferma come porto modello per lo sviluppo del trasporto ferroviario. E non si tratta solo degli ingenti investimenti in infrastrutture, ma di un vero e proprio sistema di scelte strategiche e di attività, che richiede notevole coinvolgimento economico e competenze specifiche”. “Ad esempio come gestori di infrastruttura ferroviaria portuale, unici in Italia – continua Torbianelli – abbiamo ottenuto da Ansfisa la certificazione di sicurezza per la gestione di infrastruttura ferroviaria portuale, anche grazie agli importanti programmi di Investimento in corso. Ma oltre agli investimenti, siamo direttamente impegnati anche nello sviluppo e nella manutenzione dei raccordi dell’area industriale del Coselag, di FREEeste e dei collegamenti col nuovo terminale Noghere, solo per citare alcuni esempi”.
Antonio Gurrieri, CEO di Alpe Adria, intervenuto nella sezione tecnica del convegno ha dichiarato: “Ancora una volta, oggi è dimostrato come la ferrovia sia la spina dorsale dei collegamenti con il territorio ed i mercati di riferimento, oltre che costituire la modalità di trasporto terrestre meno impattante dal punto di vista ambientale. Il porto di Trieste, per scelta strategica, ha mantenuto e consolidato nel tempo questa spiccata e peculiare caratteristica, che si è poi accompagnata ad un consistente sviluppo dell’intermodalità.”